Avola, 11 aprile 2018 – Un incontro tra sodali, alla presenza di un pubblico ristretto e attento, in tutto una quarantina di anime che si sono scelte per comunanza di sentire, nella sala conferenze della “Giuseppe Bianca” di Avola.
Felicità di condividere con ognuna di queste amicizie e belle conoscenze parole e vita, sogni e realtà, disillusioni e dorati miraggi, e tante idealità vergate sulla carta, di quelle che ristorano e spronano al domani, perché la prassi poetica è, per sua intima natura, tensione multiversa e reductio ad unum, amore e svolta.
La poesia, quale scelta ammirevole di coraggio – come ribadito dall’Editore Alfio Grasso – in una società sempre più marcata dal superficiale consumo di notizie, beni di lusso, tecnologie a iosa, senza lasciarsi scalfire dalla savia e leggiadra profondità che i classici ci hanno donato, da diffondere invece a guisa di potente antidoto contro la cecità e l’indifferenza imperanti.
Salvifico l’appellarsi sempre a questa lezione dell’antichità, dove classico è, per me, sinonimo di sempreverde e attuale, così il confine tra il bene e il male, il vero e il falso, il turpe e l’umano si rivela nel non violare l’essenza del divino, qualunque essa sia, e a qualunque credo corrisponda, in ognuno di noi.
Ben venga, allora, il verbo poetico a squarciare dei suoi bagliori la nostra strada, l’orizzonte brunito di tempesta e la corsa nel vento, tramutando memorie e ansia di vita in uno slancio generoso verso l’altro.
P. L.
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